UN’ESPERIENZA DA RIPETERE.....

Sabato 16 febbraio, nell’ Auditorium del nostro Istituto, si è svolto un incontro di riflessione sulla Giornata del Ricordo in memoria delle 15.000 vittime delle Foibe, a cura dei professori Maurizio Scarantino e Pietro Impera. Si è trattato di un modo suggestivo e innovativo di fare lezione che ha entusiasmato e coinvolto attivamente gli allievi delle classi quarte e quinte del Liceo Linguistico e delle Scienze Umane. Dopo un breve indirizzo di saluto rivolto ai partecipanti da parte del Dirigente Scolastico Luigi Antonio Macrì è seguita da parte del professore Scarantino docente di  legislazione sociale un’ introduzione, e sulle note del brano “Viva la vida” dei Coldplay sono stati proiettati dei filmati in cui gli stessi protagonisti dell’ evento che ha interessato soprattutto il nord-est della nostra penisola, raccontavano la crudeltà di quei momenti. Ci troviamo nell’Italia, dopo il 1943, un’Italia già dilaniata da quella che era stata la più grande e sanguinosa guerra della storia; un’Italia che si appresta a rinascere, ma che si trova ad affrontare una tragedia forse ancora più grande di quella precedente e che per anni è stata dimenticata. “Nei libri di storia, purtroppo, viene riportato solo un piccolo trafiletto che riguarda le" Foibe" è quanto attestato dal  professore Impera, docente di storia e filosofia di quest’ Istituto, il quale, illustra, le cause della poca conoscenza di quest’evento. La vicenda si svolge al confine tra l’Italia e la Jugoslavia, in particolare in Istria, terra rivendicata dai Comunisti di Tito. La caratteristica di questo territorio montuoso sono le profonde fosse naturali scavate nella roccia carsica (dette appunto Foibe) e proprio qui venivano uccisi coloro che erano ritenuti colpevoli: ma colpevoli di cosa? E nei confronti di chi? Probabilmente è proprio questo che ha determinato l’oscurantismo nei confronti della vicenda delle Foibe: la mancata definizione precisa di una vittima e di un carnefice. “Arrivavano le S.S. e uccidevano gli italiani ritenuti Comunisti; arrivavano i Comunisti e uccidevano gli italiani ritenuti Fascisti ” è quanto riportato da Romano Cossi, uno dei sopravvissuti. Si può capire quindi l’atmosfera di confusione che vigeva in quel periodo: tutti potevano essere perseguitati, tutti erano perseguitati. Ecco perché il ricordo di questa triste vicenda è stato per anni relegato ai margini della coscienza collettiva. Per avere un’idea della crudeltà esercitata basti pensare che nelle fosse venivano gettati cani affinchè depredassero i cadaveri, o paglia accesa per soffocare coloro che erano ancora in vita. Infatti le vittime non venivano prima uccise e poi gettate, ma  venivano legate mani e piedi una decina di persone (uomini, donne o bambini che fossero) e si sparava al primo che cadendo trascinava con sé gli altri. Oltre ad ascoltare le testimonianze  dai sopravvissuti, sono stati aggiunti  dai docenti, ulteriori chiarimenti, dopodichè sono intervenute delle allieve che, attraverso dei contributi di riflessione (come letture a tema) o semplici interventi, hanno espresso le loro personali opinioni per poi dare vita ad un dibattito moderato dai professori che di tanto in tanto davano ulteriori input alla comune riflessione. Tale momento è partito dal ricordo delle Foibe per poi toccare gradualmente vari aspetti della vita dell’uomo e temi legati al diritto ed alla filosofia come il concetto di dolore e il rapporto tra vendetta e perdono. Insomma, al centro della giornata e del dibattito c’è stato l’uomo; uomo che, come detto dal professore Scarantino, in quel momento storico ha vissuto  uno stato di profonda confusione, in cui prevale la regola del più forte e dove gli altri diventano purtroppo “ vittime sacrificali (di altri uomini) che non ne riconoscono la dignità" .  Lo  scopo della giornata che abbiamo vissuto, è stato quello di sentirci sensibilizzati e coinvolti su quello che è stato uno dei più grandi orrori della storia; l’ entusiasmo e la partecipazione dimostrata dagli allievi hanno fatto sì che l’obbiettivo prefissato fosse pienamente raggiunto. Il messaggio trasmesso è che ognuno di noi deve capire i meccanismi che hanno portato a grandi tragedie come quella delle Foibe, e interiorizzare quei valori che permettono di evitarle. L’ unico modo affinchè tutto questo avvenga è il confronto ed il dialogo : ciò che si è voluto realizzare in questa giornata; ciò che ha reso questa inconsueta lezione un’ esperienza da rifare per favorire negli studenti l’acquisizione di quei valori spesso sopiti, di cui sono portatori  per farli divenire finalmente protagonisti attivi dell’apprendimento.

Isabella Scalise

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