L'Esercito Italiano: impegno civile e lavoro per gli studenti delle classi quinte

Oggi, a scuola. Auditorium  della sezione Scienze Umane del Liceo Fermi. L'esercito italiano si è presentato ai giovani italiani. Per il primo, lo hanno fatto il tenente colonnello Galiano Andrea e il caporale maggiore Valente Salvatore. Per i secondi, le classi quarte e quinte dell'Istituto.  I militari hanno parlato bene, linguaggio semplice e diretto. Gli studenti hanno ascoltato con molta attenzione. Il feeling è stato facile tra loro. Due componenti fondamentali della società. Due pilastri su cui si fonda la sicurezza dell Stato. Quella fisica e quella morale e culturale. Stato, che commuove tutti quando si presenta con le immagini delle numerose imprese che il nostro esercito ha compiuto in Italia e nel mondo. Il cuore ha battuto forte anche quando i ragazzi e le ragazze( più numerose) mano sul petto hanno cantato l'Inno nazionale. Chissà perché sulle  loro labbra quelle semplici parole acquistano più senso e si muovono con più forza. " L'Italia chiamò, sì", urlato dal cuore. E quel "Noi ci siamo sempre", slogan delle nostre Forze Armate, che ha campeggiato sulle slide di presentazione, oggi più che mai si sono stretti la mano. L'Italia chiama, i suoi soldati, quelli nelle caserme e quelli nelle aule scolastiche, hanno detto si. A cosa li chiama, questi difensori della sicurezza? A realizzare una delle parti più importanti della Costituzione. Quella in cui all'Esercito assegna solo il dovere della difesa in un Paese che ripudia la guerra e promuove la Pace. È quello che sta facendo, e bene, il nostro Esercito. Difende persone e monumenti, luoghi dell'incontro tra le persone e la cultura che le unisce senza discriminazione alcuna. Difende nel mondo popoli oppressi e gli esseri umani falciati dalle guerre. Difende la libertà dei popoli e il territorio che gli appartiene. Difende la vita, ovunque sia minacciata, dai terremoti alle calamità naturali. Per fare parte di questo Esercito non occorre essere eroi, ma giovani che studiano, vogliono continuare a farlo, e siano motivati a perseguire il Bene. Le iscrizioni sono aperte, anche per un breve periodo di ferma. I moduli girano nelle mani dedali studenti, le donne le più interessate. Infatti, chi più della donna è votata a questo tipo di chiamata alla vita?Il loro preside, Luigi Macrì, presente sin dall'inizio, compiaciuto, col sorriso appena velati dai suoi baffi dell'eleganza d'altri tempi, li sta a guardare. La sua scuola si mette in marcia per la Pace. 

                                                                                                 Franco Cimino

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